Wolfwalkers - Il popolo dei lupi
(Wolfwalkers, Irlanda-Lussemburgo-USA-GB-Francia/2020) di Tomm More e Ross Stewart (103') | Schermi e lavagne
Il film viene proiettato ESCLUSIVAMENTE alla LUNETTARENA.
Piazza Maggiore dall'8 all'11 luglio è dedicata al programma della Repubblica delle Idee 2021.
Regia e soggetto: Tomm Moore e Ross Stewart. Sceneggiatura: Will Collins. Montaggio: Darragh Byrne, Richie Cody, Darren T. Holmes. Direzione artistica: Tomm Moore, Maria Pareja e Ross Stewart. Produzione: Apple Original Films, Cartoon Saloon e Mélusine Productions. Durata: 103’
Copia proveniente da Cartoon Saloon
1650. Al tramonto della Guerra dei tre regni, sull’Irlanda si stringe la morsa britannica. Non si piegano però i Wolfwalker, “mezzi lupi, mezze streghe, mezzi umani” come si bisbiglia a Kilkenny, un villaggetto che ha da tempo dichiarato guerra al popolo del bosco: nessuno, men che meno il governatore cromwelliano assetato di sangue e civilizzazione, vuol riconoscere al branco metamorfico il diritto d’esistenza sulla propria terra. Farà eccezione la giovane cacciatrice Robyn, introdotta da una coetanea wolfwalker all’incanto dell’ecosistema selvatico e votatasi alla sua salvaguardia. Il viaggio panteistico corpo e anima, l’esperienza letteralmente extracorporea di Robyn è la stessa a cui ancora una volta invita la splendida animazione tradizionale marchio di fabbrica di Cartoon Saloon, innervata da molteplici suggestioni (décor celtico, arte miniaturista, arazzo medievale, riquadri da fumetto stilizzato). Dopo The Secret of Kells e La canzone del mare, il cofondatore dello studio Tomm Moore (con Ross Stewart) orchestra il terzo atto di un’opera di magnificazione e insieme rimodulazione di mitologia, storia e folklore irlandese (le selkie, i Túatha Dé Danann) su tematiche di pressante attualità. Qui le piccole attiviste, diverse per estrazione e stile di vita, si uniscono infatti per sabotare le tendenze predatorie degli adulti sull’ambiente, in una narrazione di accresciuta intensità emotiva e in un crescendo drammatico che incontra riferimenti importanti (Principessa Mononoke) senza perdere definizione e riconfermando un’identità artistica nitida e pregevole.
Fiaba Di Martino
Abbiamo iniziato a immaginare Wolfwalkers mentre stavamo completando Song of the Sea. Io e Ross abbiamo co-diretto un segmento de Il profeta, e ho pensato che sarebbe stato carino dirigere insieme anche l’ultimo tassello della nostra piccolo trilogia semi-spirituale dedicata al folklore irlandese. L’idea ci è venuta piuttosto rapidamente e abbiamo parlato sin da subito di utilizzare le leggende della nostra regione di origine, dalle parti di Kilkenny. Ci sono vecchie storie ormai dimenticate che raccontano di persone in grado di lasciare il proprio corpo sotto forma di lupo e ci sembrava un’ottima occasione per affrontare il tema della natura selvaggia. Volevamo parlare della distruzione delle specie e delle tristi dinamiche che la causano e che ci impediscono di fermarla.
Non si tratta di un problema solo irlandese. C’è una sorta di polarizzazione a livello internazionale. Anche se avremmo molto più da guadagnare lavorando insieme, non ci fidiamo gli uni degli altri. E così anziché risolvere i problemi viviamo nella paura. L’intero concetto dell’“altro” è molto utile ai leader politici, perché divide le persone. Ecco, è questo che ci ispirava, perché questo è un tema vicino al nostro cuore, un tema che non smette mai di essere rilevante. Anche se ambientato centinaia di anni fa, quando l’Inghilterra invase l’Irlanda, credo che la storia di una ragazzina inglese e di una ragazzina irlandese che diventano amiche risuoni con forza anche oggi.
Tomm Moore