Un mercoledì da leoni
(USA/1978) di J. Milius (120')
John Milius arriva a Big Wednesday dopo una brillante carriera da sceneggiatore (sua è la prima stesura di Apocalypse Now, capolavoro di Francis Ford Coppola) e un esordio alla regia nel 1973, con Dillinger, che lo segnala come uno degli autori più talentuosi della New Hollywood. Il successo anche economico gli permette di dedicarsi a un progetto personale in cui sono evidenti forti elementi autobiografici: Milius ha infatti partecipato in prima persona all’epopea del surf, facendo parte, negli anni Sessanta, della ristretta cerchia dei surfisti californiani. Il film si costruisce intorno a una delle mitologie di questo sport, quella del Grande Mercoledì, giorno in cui ogni generazione di surfisti incontrerà una mareggiata così grande da spazzare via tutto quanto è successo prima. Ed è questo il tema centrale del film: la contraddizione tra la Storia, il trascorrere del tempo e degli anni, il doversi piegare alle costrizioni sociali e biologiche e la volontà di riaffermare attraverso un atto palingenetico la propria individualità senza tempo, fissata in una continua giovinezza che è coestensiva al tempo del surf. Rimanere sulla cresta dell’onda non è allora solo un virtuosismo surfistico, diventa invece la metafora figurativa del tentativo di sottrarsi al tempo, di riuscire a cavalcarlo come un’enorme onda, prolungando all’infinito un attimo felice di perfetto controllo, di padronanza di sé, in cui la giovinezza non ha ancora subito le imposizioni della vita. Questa tematica dà luogo nel film a una narrazione fortemente strutturata attraverso esplicite opposizioni: l’acqua, il vento e la spiaggia, luoghi privilegiati del surf e spesso connotati di un vitalismo euforico, opposti ai luoghi di terra, la casa, il cimitero, il locale messicano, il Vietnam (mai mostrato direttamente), segnati dallo scorrere della vita sociale e spesso dalla morte. E anche la temporalità del surf si oppone a quella della vita sociale, la prima perfettamente circolare, scandita dall’eterno ritorno delle stagioni, delle mareggiate, del succedersi delle generazioni che affrontano il destino del surfer, la seconda inesorabilmente lineare, destinata a cancellare la giovinezza, le amicizie, le grandi imprese di un tempo. (Guglielmo Pescatore)
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