copertina di The Square
3 luglio 2023, 21:45
@ Piazza Maggiore

The Square

(Svezia-Germania-Francia-Danimarca/2017) di Ruben Östlund (142') | Introduce Ruben Östlund

Scen.: Ruben Östlund. F.: Fredrik Wenzel. M.: Jacob Secher Schulsinger, Ruben Östlund. Scgf.: Josefin Åsberg. Int.: Claes Bang (Christian), Elisabeth Moss (Anne), Dominic West (Julian), Terry Notary (Oleg), Christopher Læssø (Michael), Lise Stephenson Engström (Lise), Lilianne Mardon (Lilly), Marina Schiptjenko (Elna), Annica Liljeblad (Sonja), Elijandro Edouard (il bambino). Prod.: Philippe Bober, Erik Hemmendorff per Plattform Produktion AB. DCP. Col.

Nulla sembra affascinare lo sceneggiatore e regista Ruben Östlund più del ciclo vitale di una decisione sbagliata. All’inizio del suo nuovo film The Square, vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes, l’agiato curatore museale Christian (Claes Bang) decide di raddrizzare un torto percepito: il furto del suo cellulare. […] The Square smaschera la supponenza e le idee stantie sulla buona educazione che spingono persone apparentemente rispettabili a momenti di follia. […]
Il ‘quadrato’ che dà il titolo al film  è una nuova installazione artistica, un semplice confine fisico (quattro metri per quattro) […]. È un’opera d’arte che chiede perché uno spazio simile debba esistere, perché sia così penosamente piccolo, e come si possano condividere “diritti e doveri” quando le disparità razziali, sociali e di genere sono così vergognosamente evidenti nella società occidentale. Sebbene Christian sia interessato a queste domande, nella sfera personale sembra smarrito come chiunque altro, e incespica da una zona grigia morale all’altra.
La genialità della scrittura di Östlund, nella sua attenta organizzazione delle scene salienti, è che non invita mai il pubblico a mettersi comodo e a ridere del ridicolo. Vuole che gli spettatori si identifichino con i personaggi che si rispecchino nella loro frustrazione e nel loro processo decisionale talvolta insolito, e nella tendenza di Christian a offendere anche quando si sforza di fare l’esatto contrario. […] Perché certi comportamenti diventano automaticamente più accettabili se fanno parte di una performance, e dove sta il confine tra rappresentazione e accettazione? […] Östlund non è interessato a fornire risposte nette (o risposte tout court), ma pone le domande abilmente e con gusto.
The Square potrebbe sembrare a sua volta una performance artistica, soprattutto perché la sua storia è inconcludente e rimbalza in varie direzioni inseguendo i temi che più intrigano Östlund. Ma il film funziona perché non dà l’impressione di essere una provocazione fine a se stessa; ogni scelta esasperante si evolve in un modo che gli spettatori possono comprendere, anche se strappa loro delle smorfie. The Square è cupo e divertente, ma anche onesto e rinfrancante nella sua assurdità, ed è per questo che ho continuato a ripensare a tutti i suoi intricati scenari anche mesi dopo averlo visto.

David Sims, “The Atlantic”, 24 ottobre 2017

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(In caso di pioggia, la proiezione si sposterà al Cinema Arlecchino)