Parigi o cara
(Ita/1962) di V. Caprioli (106’)
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Parigi o cara tratta di una prostituta romana d'alto borgo, una Franca Valeri che cambia continuamente parrucca e colore di capelli, e che con il suo accento peculiare è un po' l'antesignano di quello che poi diventerà un suo personaggio classico, quello della Sora Cecioni, la signora romana che Franca Valeri ha poi portato in radio, in televisione e in teatro. Franca Valeri è una grande attrice che è stata poco usata dal cinema. Sì, in gioventù, negli anni della commedia all'italiana anni Cinquanta, ha fatto Il segno di Venere in cui era la 'cugina brutta' di Sofia Loren. Poi ha fatto Piccola Posta con Alberto Sordi; entrambi venivano dalla radio e reinventarono per la commedia cinematografica i loro personaggi radiofonici, questi personaggi deliziosi, da grandi attori comici che sapeva-no definire dei caratteri nel senso teatrale, a tutto tondo. [...]
Caprioli, Franca Valeri e Alberto Bonucci avevano fondato una compagnia, che fece degli spettacoli molto belli, Il teatro dei gobbi. Era teatro di caba-ret portato nelle sale teatrali, un po' come fecero, credo imitandoli, Dario Fo, Giustino Durano e Franca Rame con Il dito nell'occhio e Sani da legare, tutti imitando la tradizione della compagnia Za-bum di Mario Mattoli che negli anni Trenta, tra siparietti, dialoghi provocatori con il pubblico e canzoncine, reggeva degli spettacoli di varietà che poi sono stati imitatissimi dalla tv italiana. Avevano dei vaghi fili conduttori, tanti flash, tanti piccoli numeri. E Parigi o cara è costruito un po' anche così, con il gusto per il siparietto, per il frammento. [...] E comunque è un film gradevolissimo soprattutto perché c'è lei. Franca Valeri è un personaggio fondamentale nella storia dello spettacolo italiano, ma direi anche qualcosa di più; perché le sue satire degli anni Cinquanta, e poi più avanti anche in anni recenti, del costume italiano, soprattutto dei personaggi femminili, sono straordinarie. E questi sketch lei se li scriveva da sola: autrice, attrice e regista di se stessa. Questo ne fa uno dei personaggi chiave della storia del costume italiano, ma anche della storia della cultura, del teatro e del cinema.
Goffredo Fofi
Ho scritto Parigi o cara insieme a Vittorio; abbiamo girato a Parigi, in un clima molto bello. Lo scenografo era Giulio Coltellacci, che conosceva Parigi come le sue tasche. Quando l'hanno proiettato a Venezia, fuori concorso, c'era seduto dietro di me René Clair che si meravigliava e continuava a chiedere: "Ma come hanno fatto? Come li hanno trovati questi posti? Come fanno a sapere che là c'era quell'albergo?". Giulio conosceva Parigi benissimo: e tutti gli esterni a Saint-Denis, quelli della casa murata per esempio, erano dal vero. La prima parte era invece a Roma e ci siamo molto divertiti. Giulio adorava il mio personaggio e si è divertito a fare tutti i miei vestitini. Ero molto padrona della parte e di tutto il testo. Abbiamo lavorato tanto, è stato appassionante.
Franca Valeri