La scelta di Sophie
(Sophie's Choice, USA/1982) di Alan J. Pakula (150') | omaggio a Meryl Streep
Regia e sceneggiatura: Alan J. Pakula. Soggetto: dall’omonimo romanzo di William Styron. Fotografia: Néstor Almendros. Montaggio: Evan A. Lottman. Scenografia: George Jenkins. Musica: Marvin Hamlisch. Interpreti: Meryl Streep (Sophie Zawistowski), Kevin Kline (Nathan Landau), Peter MacNicol (Stingo), Rita Karin (Yetta), Stephen D. Newman (Larry Landau), Greta Turken (Leslie Lapidus), Josh Mostel (Morris Fink), Marcell Rosenblatt (Astrid Weinstein). Produzione: Keith Barish, Alan J. Pakula per Incorporated Television Company (Itc), Jadran Film.
Copia proveniente da Park Circus
Kevin [Kline] e Peter [MacNicol] sono due persone divertentissime. La gente chiedeva “è stato triste girare La scelta di Sophie?” e io continuavo a cinguettare “No, ci siamo divertiti tantissimo!”. Sembra tremendo, ma è andata proprio così. Al tempo avevo un’ottima memoria, potevo ricordarmi i testi di una canzone la prima volta che li sentivo. Era comodo – non ci mettevo molto a imparare i suoni delle altre lingue. Ho frequentato un corso di polacco alla Berlitz. E leggevo poesie ad alta voce, per capire come ci si sentiva a esprimere un’emozione in una lingua per me aliena. A cose fatte, è diventato parte della mia laringe; parte di me.
Meryl Streep
L’eroina del libro di Willyam Styron La scelta di Sophie è una creatura dalle caratteristiche così stravaganti e contradditorie che durante la lettura non è sempre facile immaginarla in carne e ossa. È tragica, voluttuosa, improvvisamente esuberante e poi altrettanto improvvisamente confusa, sopravvissuta a una grande calamità solo per essere al centro di un’altra. La Sophie di Styron sembra un personaggio al di fuori della portata di qualunque attrice, anche di quelle più straordinarie e versatili. Meryl Streep si è già distinta come interprete di alto calibro, ma niente dei suoi precedenti lavori anticipa le vette raggiunte in La scelta di Sophie. Nel fedele adattamento cinematografico di Alan J. Pakula, Streep compie l’impossibile, presentando Sophie in termini umani credibili senza perdere nulla della complessità della creazione di Styron. In un ruolo che offriva ogni occasione per andare pericolosamente sopra le righe, offre un’interpretazione di un’intensità così misurata che il risultato è a tratti divertentissimo, a tratti emotivamente devastante. Benché non sia privo di difetti, La scelta di Sophie è un film compatto e coinvolgente. Grazie in larga parte alla prova di bravura di Meryll Streep, è un film che lancia un incantesimo potente e indissolubile. […]
Tra le scelte più coraggiose di Pakula c’è quella di interrompere proprio a metà le vicende che si svolgono a Brooklyn con un lungo flashback ambientato ad Auschwitz. L’esperimento funziona sia grazie alla capacità di Streep di rapire il pubblico, sia perché il segmento ad Auschwitz è cruciale e avvincente. Al campo di concentramento, Sophie riesce a ottenere un impiego da segretaria alla casa di Rudolf Hoess, una bizzarra oasi borghese in cui la stanza di un bambino è decorate con tende ricamate a svastiche e la padrona di casa canta “ho fatto la torta preferita di Himmler”. Il fatto che il film riesca a evitare in simili circostanze un tono di ironia spicciola è attribuibile alla forza, la pazienza e la delicatezza con cui Pakula si è avvicinato al materiale di partenza.
Janet Maslin