3 luglio 2021, 21:45
@ Piazza Maggiore e LunettArena

La classe operaia va in Paradiso

(Italia/1971) di Elio Petri (125') | Introduce Francesco Tullio Altan

Regia: Elio Petri. Soggetto e sceneggiatura: Elio Petri, Ugo Pirro. Fotografia: Luigi Kuveiller. Montaggio: Ruggero Mastroianni. Scenografia: Dante Ferretti. Musica: Ennio Morricone. Interpreti: Gian Maria Volonté (Ludovico Massa, detto “Lulù”), Mariangela Melato (Lidia, la moglie di Massa), Gino Pernice (sindacalista), Luigi Diberti (Bassi), Donato Castellaneta (Marx), Giuseppe Fortis (Valli), Corrado Solari, Flavio Bucci. Produzione: Euro International Films. Durata: 125’
Copia proveniente da Istituto Luce per concessione di Minerva Pictures

Jean-Marie Straub, al festival di Porretta Terme, parlando della Classe operaia, disse che film così vanno bruciati. lo raccontai quella che era lo storia di tutti, di come in questa società non si possa vivere che nell’alienazione. Il rapporto del tempo esistenziale con quello produttivo, in un operaio, è evidentemente il lato più drammatico della sua giornata, e io mi occupai soprattutto di quello. Oltretutto era la cosa più semplice da afferrare, la cosa che anche io che non avevo frequentato le fabbriche potevo capire subito. Da ragazzo avevo fatto per qualche mese l’edile, e sapevo che gli operai si somigliano, un operaio romano non è tanto dissimile da uno milanese, forse solo nella cultura ma non certo nel rapporto con l’esistenza, che è identico.

Elio Petri

La scansione ritmica, cioè la divisione del tempo, la sua misura, sono cose di cui non mi accorgo quando compongo. Ed evidentemente in ogni film c’è una ragione per la quale divido il tempo in un certo modo. In Indagine non la tratta esattamente di una marcia, ma di un tango che mira a un risultato grottesco. Nella Classe operaia è diventata una marcia, con riferimento al film precedente. Cerco ora di giustificarmi perché non ci ho mai riflettuto sopra veramente. Forse la marcia degli operai, le loro rivendicazioni, il ritmo del lavoro (per il quale ho utilizzato uno strumento elettronico che imitava la pressa) tutto questo ha contribuito alla mia decisione di scegliere per il film una marcia.

Ennio Morricone

Lulù è un personaggio complicato e contraddittorio: qualunquista ma rivoltato; buon padre e buon coniuge ma separato dalla moglie, convivente con un’amante, dedito alle avventure; collerico ma rassegnato; serioso ma ironico; furbo ma ingenuo; e così via. In sostanza Lulù è quell’animale sociale tra tutti misterioso che è l’uomo spoliticizzato. L’artista spoliticizzato è portato fatalmente all’arte per l’arte; l’operaio spoliticizzato, alla fabbrica per la fabbrica. E infatti la storia di Lulù è, in gran parte, la storia del suo rapporto con l’odiata-amata fabbrica.[…] Elio Petri con La classe operaia va in paradiso ha fatto probabilmente il suo film migliore. […] Accanto alla creazione del personaggio di Lulù, per molti versi ammirevolmente tipico, questa ci pare la vera novità del film di Petri: aver saputo collegare dialetticamente l’operaio alla fabbrica come al suo ambiente naturale, come cioè il pescatore al mare o il contadino al campo. Il film ha i suoi momenti migliori là dove Petri, con amarezza e ironia, illustra la parte quotidiana, esistenziale della condizione operaia. […] L’interpretazione di Gian Maria Volonté è stupefacente di bravura mimetica e immedesimazione caratteriale. Accanto a lui bisogna ricordare Salvo Randone assai efficace nella parte del vecchio operaio ammattito.

Alberto Moravia


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