L'Amore in città/Fellini degli spiriti
(1953/Italia) di Federico Fellini (15')
Fa parte de Il Cinema Ritrovato 2020
Secondo gli esperti che adorano le classificazioni, I vitelloni avrebbe chiuso un primo ciclo; e nel 1954 se ne aprirebbe un secondo, composto da La strada, Il bidone, Le notti di Cabiria. “Nel breve intervallo” ricorda Tullio Kezich “il regista gira, un po’ per divertimento e quasi per scommessa, un breve intermezzo in un film a episodi intitolato L’amore in città. L’ideatore e animatore del progetto è Cesare Zavattini, profeta instancabile di un neorealismo intransigentemente realistico, un cinema-verità ante litteram”. […] All’iniziativa aderiscono, oltre a Fellini, Carlo Lizzani, Dino Risi, Michelangelo Antonioni, Alberto Lattuada, Citto Maselli. “Convinto com’è che bisogna inventare tutto, Federico Fellini – non ha mai condiviso le teorie puriste zavattiniane – sceglie la chiave di un racconto finto-vero”. Un giornalista cinico vuole svolgere un’inchiesta su un’agenzia matrimoniale, una di quelle bottegucce dove si compra una sistemazione. “Quello che sto per raccontare è un fatto vero” assicura la voce over. “Qualcuno mi dette un indirizzo, trovai un palazzone vecchissimo, in un quartiere della vecchia Roma, quasi tra le soffitte”. Senza averne l’aria, questo cortometraggio a molti sembrerà un piccolo capolavoro di spontaneità e intelligenza. “Il personaggio di Rossana” osserva Renzo Renzi “è illuminato con un eccezionale pudore, superando i limiti del ridicolo che la sua goffa presenza, il suo difetto di pronuncia, i suoi calcoli per il futuro proponevano continuamente”. Quel personaggio naïf ovviamente anticipa la Gelsomina di La strada.
Aldo Tassone, Fellini 23½. Tutti i film, Edizioni Cineteca di Bologna, Bologna 2020
Conoscevo Zavattini fin dai tempi del “Marc’Aurelio”. Mi disse che voleva qualcosa nello stile giornalistico di certi film americani dell’epoca. Si pretendeva che fossero documenti drammatici, mentre in realtà erano pura invenzione. I vitelloni era stato criticato dalla stampa che simpatizzava per il neorealismo. Mi si accusava di essere ‘sentimentale’ e ne fui irritato. Poiché Zavattini mi dava questa opportunità stabilii di girare un cortometraggio nello stile più neorealistico possibile, con una storia che in nessun caso poteva essere vera, neanche ‘neo-vera’. Pensavo: “Cosa farebbero James Whale o Tod Browning se dovessero girare Frankenstein o Dracula in stile neorealista?”. È così che nacque Agenzia matrimoniale.
Federico Fellini, L’avventurosa storia del cinema italiano. Da Ladri di biciclette a La grande guerra, a cura di Franca Faldini e Goffredo Fofi, Edizioni Cineteca di Bologna, Bologna 2011
Introduce Anselma Dell’Olio
Precede
Ritrovati e Restaurati
L’AMORE IN CITTÀ – Episodio Agenzia matrimoniale
Versione originale con sottotitoli
In caso di pioggia, la proiezione si sposterà al Cinema Arlecchino e al Cinema Jolly