Il vedovo
(Ita/1959) di D. Risi (100’)
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Siamo intorno a Milano, Italia, nel 1959. I soldi sono tutto quello che conta e i soldi si fanno anche sposandoli. Ma i soldi sposati, specie quelli d'una moglie ricca, portano con sé un ménage di vessazione e umi-liazione: dunque una vedovanza inattesa, causa disastro ferroviario, spalanca un ghiotto orizzonte nella vita di Alberto, dirigente d'industria sotto tutela (coniugale) e fantasioso buono a nulla. La salma però è di-spersa, e Dino Risi, solidamente sorretto dalle parole di Sonego e Con-tinenza, organizza un funerale in contumacia che s'iscrive nella storia del cinema italiano: il vedovo che arriva bardato di nero "con occhialoni neri, guanti, cilindro e bastone, così ben agghindato che sembrerebbe lui il morto" (Enrico Giacovelli), l'amante di lui fasciata di satin che serve le tagliatelle, un'orchestrina che suona valzer viennesi, Alberto Raba-gliati che intona l'Ave Maria di Schubert, mentre la veglia vira all'euforia scomposta. Ma tutti sappiamo e in fondo temiamo che arriverà la resa dei conti: "Cosa fai, cretinetti?", e la tragedia della vita (che ritorna) pone fine alla commedia della morte. Quel che succede poi non ha la stessa tensione, ma a questo punto Il vedovo è già un capolavoro e Franca Valeri lo attraversa coi suoi passetti irrigiditi dal tailleur, con il suo scon-certante coraggio, con il suo talento mozzafiato. Questa moglie terribile forse è solo l'estrema deriva della signorina snob "invecchiata che s'in-durisce, si cementa, le sue sciocchezze diventano dogmi, le sfumature vocali si adeguano a quelle morali. La guardo e, nonostante il racca-priccio, mi diverto" (Franca Valeri).
Paola Cristalli
Quando ho incontrato Franca Valeri, lei aveva già il suo mondo di donne di mezza tacca, di borghesucce milanesi mezze intellettuali. Tutta una galleria di personaggini: la signorina snob, l'amica di infanzia, la musa russa, la giovanetta impudica, la moglie dell'impiegato, la rubrichista fermo posta... Aveva addirittura un personaggio di sceneggiatrice: Bice, la sceneggiatrice. Per Il vedovo, film piccolo ma con un forte impianto artificiale e non verista, abbiamo tenuto solo la milanesità cercando di togliere la pura componente sketch.
Rodolfo Soneg