Il sorpasso
(Ita/1962) di D. Risi (105’)
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Forse il più classico dei film ferragostani: martedì 18 agosto Sotto le stelle del cinema (ore 21.30, Piazza Maggiore e BarcArena) c’è Il sorpasso: Dino Risi, Vittorio Gasmann, Jean-Louis Trintignant, Catherine Spaak... difficile descrivere uno dei film-simbolo della grandezza del cinema italiano, e allora lasciamo la parola al regista Dino Risi: “Il personaggio di Gassman era quello di un velleitario, un incostante, un superficiale, aggressivo, un po’ fascista, ma con una sua forza d’urto, e avevo avuto in mente qualche persona di mia conoscenza nel costruirlo. All’inizio pensavamo che Trintignant dovesse ribellarsi a Gassman, ma insomma poi, ragionandoci, il finale era più giusto con la morte di Trintignant. Trintignant me l’avevano offerto e non lo volevo, poi me lo hanno fatto conoscere, sono andati a prenderlo a Parigi, ed era straordinario, perfetto per il ruolo. Io l’avevo visto in un brutto film dove era malissimo utilizzato, per questo ne avevo avuto una cattiva impressione. Due attori calibrati, perfetti. E alle spalle queste vacanze del boom: tempo di euforia con un fondo un po’ cupo, tempo di relax e di falsità, una specie di stasi provvisoria in cui la gente tira spesso fuori il peggio. Ma anche tempo di vagabondaggio, di conoscenze e messe a confronto con gente che normalmente non capiterebbe mai di incontrare”.
“Il personaggio di Gassman era quello di un velleitario, un incostante, un superficiale, aggressivo, un po’ fascista, ma con una sua forza d’urto, e avevo avuto in mente qualche persona di mia conoscenza nel costruirlo. All’inizio pensavamo che Trintignant dovesse ribellarsi a Gassman, ma insomma poi, ragionandoci, il finale era più giusto con la morte di Trintignant. Trintignant me l’avevano offerto e non lo volevo, poi me lo hanno fatto conoscere, sono andati a prenderlo a Parigi, ed era straordinario, perfetto per il ruolo. Io l’avevo visto in un brutto film dove era malissimo utilizzato, per questo ne avevo avuto una cattiva impressione. Due attori calibrati, perfetti. E alle spalle queste vacanze del boom: tempo di euforia con un fondo un po’ cupo, tempo di relax e di falsità, una specie di stasi provvisoria in cui la gente tira spesso fuori il peggio. Ma anche tempo di vagabondaggio, di conoscenze e messe a confronto con gente che normalmente non capiterebbe mai di incontrare”.
Dino Risi