copertina di Il capo perfetto
24 luglio 2022, 21:45
@ Arena Puccini

Il capo perfetto

(El buen patrón, Spagna/2021) di Fernando León de Aranoa (115')

Regia: Fernando León de Aranoa
Interpreti: Javier Bardem, Manolo Solo, Almudena Amor, Rafa Castejón, Óscar de la Fuente
Origine e produzione: Spagna / Fernando León de Aranoa, Jaume Roures, Javier Mendez, Reposado PC,
The Mediapro Studio, Básculas Blanco AIE
Durata: 120’ 

In attesa della visita di una commissione che potrebbe dare alla sua azienda un premio per l'eccellenza, Blanco, un imprenditore che produce bilance industriali, cerca di risolvere i problemi dei suoi lavoratori. Tutto però sembra cospirare contro il suo obiettivo.

  • Premio Goya 2022 come miglior film;
  • Premio Goya 2022 a Fernando Leòn de Aranoa per la miglior regia e la miglior sceneggiatura originale;
  • Premio Goya 2022 a Javier Bardem come miglior attore protagonista;
  • Premio Goya 2022 a Vanessa Marimbert per il miglior montaggio e a Zeltia Montes per la miglior colonna sonora.

“Invita al riso amaro e alla disperazione Il capo perfetto, satira lucida con il tono da commedia nera sull’abuso di potere, nei rapporti di lavoro e umani. Con ritmo e dialoghi arguti la storia scorre con una leggerezza marziale che travolge tutto. E rivela l’ipocrisia morale, l’egoismo e la doppiezza del suo personaggio principale, un Bardem (in versione padre e padrone) gigante. […]
Blanco si muove in questo piccolo microcosmo che chiama la sua famiglia («voglio stare con i miei dipendenti, e badare a loro. Sono la mia famiglia. E le stagiste sono mie figlie. È sbagliato?»). Personaggio spregevole e affascinante predica una forte etica del lavoro ai suoi dipendenti e dietro le quinte controlla tutto come fosse il Mago di Oz nascosto dietro la tenda. L’attore spagnolo interpreta nei gesti, nella mimica e nei movimenti, un manipolatore che seduce gli altri con le parole e si sente in diritto di usarli a suo piacimento. La sua apparente generosità maschera un assoluto egoismo. La sua empatia è prepotenza, e il suo fragile equilibrio di potere può essere mantenuto solo attraverso la persuasione e la crudeltà della sua posizione.
Abiti informi, occhiali con montatura metallica e una pettinatura alla Trump, Blanco-Bardem ricatta con il sorriso e le pacche sulle spalle. Paternale e paternalista è un uomo consapevole di chi vuole essere, e fa paura, perché pur di raggiungere i suoi scopi farebbe di tutto. Incarnazione blanda del male puro non ha alcun reale desiderio di cambiare i suoi modi. Ma comunque non si riesce a odiarlo fino in fondo, il suo ghigno infatti cattura. […]
Ne esce una storia formidabile: di squilibrio sociale, umorismo nero e risate colpevoli. Di dialoghi divertenti, frasi lapidarie e citazioni filosofiche. Con un Bardem – attore di razza sempre più bravo quando si tratta di personaggi sinistri – che gioca in modo istintivo con la psicologia di Blanco, dominando ogni scena con un carisma naturale. Il film è una critica all’attuale situazione lavorativa in Spagna, già catturata precedentemente nel drammatico I lunedì al sole (2002), sulla classe operaia e sempre con protagonista Bardem. Solo più giovane e non ancora famoso.
Ma dalla storia nessuno esce indenne: né i lavoratori senza coscienza, né i datori di lavoro consapevoli della loro assenza di coscienza.”