Gli indifferenti
(Italia/2020) di Leonardo Guerra Seràgnoli (85') | Bologna, città del cinema
Introducono Leonardo Guerra Seràgnoli e gli interpreti Vincenzo Crea, Beatrice Grannò. Precede LETTERE DALL’ARCHIVIO (Italia/2021) di Davide Rizzo (15')
Regia: Leonardo Guerra Seràgnoli. Soggetto e sceneggiatura: Leonardo Guerra Seràgnoli e Alessandro Valenti, liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Alberto Moravia. Fotografia: Gian Filippo Corticelli. Montaggio: Carlotta Cristiani. Scenografia: Giada Calabria. Musica: Matteo Franceschini. Interpreti: Valeria Bruni Tedeschi (Mariagrazia), Edoardo Pesce (Leo), Vincenzo Crea (Michele), Beatrice Grannò (Carla), Giovanna Mezzogiorno (Lisa), Awa Ly (Mareme), Blu Yoshimi (Lavinia). Produzione: Indiana Production e Vision Distribution.
GLI INDIFFERENTI
(Italia/2020) di Leonardo Guerra Seràgnoli (85')
Con: Valeria Bruni Tedeschi, Edoardo Pesce, Vincenzo Crea, Blu Yoshimi, Giovanna Mezzogiorno e Beatrice Grannò
Gli indifferenti reloaded! Possibile? Altro che: il terzo film di Guerra Seràgnoli trasporta l’infame intreccio erotico-affaristico concepito da Moravia a diciotto anni in una Roma contemporanea scintillante di sole e di solitudini. Così, forse inaspettatamente, il romanzo che unì per sempre l’alba del fascismo all’ignavia della borghesia illumina il nostro più opaco presente usando solo un pugno di personaggi e un fazzoletto di strade tra i Parioli e il Villaggio Olimpico. Il mondo di sopra e il mondo di sotto insomma, siamo sempre lì, uniti dall’inerzia di una vedova al verde (Valeria Bruni Tedeschi) e dall’avidità dell’ambiguo uomo d’affari (Edoardo Pesce) che le presta quattrini e ci va a letto solo per portarle via quel magnifico attico su Piazzale delle Muse. Prendendosi pure come bonus la figlia diciottenne Carla (Beatrice Grannò). La trama ovviamente non è nuova. Nuovi sono i mestieri […]. Ma nuovo è soprattutto il rigore di uno stile che scolpisce sentimenti e pulsioni, slanci residui e invariabili viltà, in un gioco di interni sfarzosi e di gesti o parole che più mentono e più dicono la verità. Dando vita a un crescendo che malgrado qualche scena al limite, o qualche stridore psicologico, emoziona per sapienza visiva e bravura quasi autolesionistica degli attori. In testa una Bruni Tedeschi furente di libidine e delusione (il lungo primo piano in cui scopre definitivamente l’indifferenza di Leo, crollando e dominandosi insieme, vale tutti i troppi premi che si assegnano ogni anno in Italia). Ma è molto bello anche lo sguardo sempre così carnale sui personaggi, da cui Edoardo Pesce, con quell’aria losca da crooner anni Cinquanta mixata al peggio del romano torpido, e la giovane e notevole Beatrice Grannò, estraggono gemme di verità. Fino a quel virtuosistico interno/esterno finale che condensa un dramma – e forse una speranza – in un’inquadratura.
Fabio Ferzetti
Gli Indifferenti mi ha messo davanti a una sfida nuova e complessa fatta di personaggi che si muovono su un unico palcoscenico senza mai uscire di scena, indossando maschere drammatiche ingombranti, ma anche ironiche e parossistiche. Mi ha messo davanti a tanti riferimenti culturali impegnativi che ho cercato d’assorbire e integrare con un lungo lavoro di preparazione che mi aiutasse a definire una visione d’insieme armonica. Questo percorso di ricerca mi ha portato a due scelte principali. La prima […] era di fare un film corale; costruire una narrazione fruibile attraverso l’intreccio crescente e vorticoso delle pulsioni emotive dei quattro protagonisti. La seconda era di sostituirmi con la regia al punto di vista di Michele nel romanzo, mettendomi al centro del palcoscenico.
Leonardo Guerra Seràgnoli
LETTERE DALL’ARCHIVIO
(Italia/2021) di Davide Rizzo (15')