copertina di El suplente
17 luglio 2023, 21:45
@ Piazza Maggiore

El suplente

(El suplente, Argentina-Spagna-Messico-Italia-Francia-Svizzera-GB/2022) di Diego Lerman (111') | Alla presenza di Francesco Altan

Film vincitore del Premio Cipputi 2023

Al cinema le storie di insegnanti impegnati e di ragazzi difficili non invecchiano mai – anche se possono tramutarsi in cliché. Non è questo il caso di El suplente dell’argentino Diego Lerman. Pur non scardinando del tutto le regole del genere, il film è solido e coinvolgente nella sua commistione di cinema impegnato alla Ken Loach e di thriller ambientato nel mondo delle gang criminali, con un pensoso sottofondo filosofico e un ritratto penetrante del personaggio centrale. [...]
Minujín interpreta Lucio, uno studioso di letteratura appassionato ma un po’ amareggiato per la mancata realizzazione delle sue ambizioni creative. Lucio accetta un incarico di supplente in un quartiere difficile di Buenos Aires dove suo padre Roberto, soprannominato ‘El Chileno’ (Castro) è impegnato come attivista. [...]
Nel suo approccio razionale e politicamente consapevole, El suplente è più vicino, poniamo, a La classe di Laurent Cantet che al patinato messaggio hollywoodiano di Pensieri pericolosi, nonostante i vaghi richiami a quest’ultimo. Lerman ritrae l’ambiente sociale con cura impeccabile, dall’architettura della scuola – una fortezza modernista, fotografata da Wojciech Staroń ponendo l’accento sull’involucro ansiogeno – alle baraccopoli urbane. [...]
Ad ancorare saldamente il film è il ritratto di un uomo isolato che ha temporaneamente smarrito la bussola ma trova un nuovo scopo grazie al contatto sociale, politico e linguistico con le persone che lo circondano, lontano dalla torre d’avorio in cui sembra inizialmente vivere. Minujín – noto per recenti ruoli d’alto profilo come I due papi di Fernando Meirelles e Zama di Lucrecia Martel – offre un’interpretazione riflessiva, convincente e sobria che coglie gli aspetti egocentrici e nevrotici del personaggio ma anche le sue virtù. Alfredo Castro dona un’interpretazione pacata e carismatica che è distante anni luce dalla nervosa eccentricità cui è spesso associato, mentre Bárbara Lennie conferisce calore ironico a un personaggio un po’ esile dopo il ruolo da protagonista in Una especie de familia dello stesso Lerman. [...]
La canzone dei titoli di coda, interpretata dalla rapper argentina nota con il caustico pseudonimo di Shitstem, corona un finale emotivamente soddisfacente, anche se Lerman e i suoi cosceneggiatori hanno anche il lodevole coraggio di lasciare irrisolti alcuni snodi narrativi rendendoli così più stuzzicanti. Il direttore della fotografia Staroń non sceglie spesso l’angolazione espressionista, ma quando lo fa – soprattutto in una scena d’apertura di grande impatto che chiarisce subito l’isolamento di Lucio – apporta al film una spigolosa vitalità modernista.
Jonathan Romney