copertina di Ecce Bombo
4 agosto 2023, 21:30
@ Piazza Maggiore

Ecce Bombo

(Italia/1977) di Nanni Moretti (103')

Regia, soggetto e sceneggiatura: Nanni Moretti. Fotografia: Giuseppe Pinori. Montaggio: Enzo Meniconi. Scenografia: Massimo Razzi. Musica: Franco Piersanti. Interpreti: Nanni Moretti (Michele Apicella), Luisa Rossi (madre di Michele), Glauco Mauri (padre di Michele), Lorenza Ralli (Valentina), Fabio Traversa (Mirko), Paolo Zaccagnini (Vito), Piero Galletti (Goffredo), Lina Sastri (Olga), Susanna Javicoli (Silvia), Carola Stagnari (Flaminia), Cristina Manni (Cristina). Produzione: Mario Gallo per Alphabetafilm, Filmalpha. Durata: 103’
Copia proveniente da Istituto Luce Cinecittà e Sacher Film


Se Ecce bombo fosse andato male avremmo dato la colpa al titolo. Ero stanco delle uova al tegamino era un altro dei titoli possibili, e poi Delirio d’agosto e Piccolo gruppo. Era una porzione di realtà, quella che io mettevo in scena, molto limitata. Perché non solo erano giovani, ma erano giovani di un particolare ceto sociale, la media-piccola borghesia di una città. Non solo, giovani, medio borghesi, di una città, ma di sinistra. Non solo di sinistra, ma di estrema sinistra. Non solo di estrema sinistra, che avevano smesso di fare politica attiva. […] Mi ricordo una proiezione privata, il film non era ancora uscito, eravamo io, il montatore e il mio produttore. Il film era molto drammatico, non faceva ridere. […] Ero convinto di aver fatto un film doloroso per pochi. Poi il film uscì e scoprii che avevo fatto un film comico per tutti.

Nanni Moretti


Cosa porta di nuovo al cinema italiano questo autore autentico sopravvissuto all’inautentico del Sessantotto? Porta, prima di ogni altra cosa, un’aria di realtà, dunque di realismo. […] Rappresenta un gruppo di giovani a Roma ma stranamente, questo film così povero, così autarchico, così privo di ogni esibita spettacolarità, ha la leggerezza di un film internazionale, particolarmente francese, che ci ha ricordato con infinito piacere proprio quell’internazionalismo al nostro cinema finora ignoto, che fu di Godard, di Truffaut, di Tati e del grande Buñuel. Anche questo Ecce bombo, come tutti i film di Buñuel, compie un’operazione apparentemente facilissima, in realtà difficilissima e finora eseguita soltanto dal maestro spagnolo: strizza l’occhio allo spettatore: non racconta storie a cui lo spettatore deve necessariamente credere cioè non chiede immedesimazione di massa ma divertimento, come dire: guardate che, dopo tutto, qui stiamo girando un film e niente più. Ancora internazionalismo nel senso che, pure parlato in romanesco, ambientato in quartieri periferici di Roma per la prima volta, la primissima volta, mai vi appare quel nazionalismo provinciale, quel ‘paese’ o meglio strapaese che sta nello sfondo di moltissimi film girati a Roma o in Italia.
Qui il mercato americano non ha da smerciare né mozzarelle, né spaghetti, né pizze, né Sophia Loren, né il Vesuvio, eterne cartoline e piatti d’obbligo nostrani. Non personaggi particolarmente italiani nel senso che abbiamo detto, bensì persone, giovani, sballottati e ancora rincretiniti (per prima cosa nel linguaggio) da quell’‘aria’ del Sessantotto che ha segnato non l’inizio di qualche cosa ma certamente la fine.

Goffredo Parise