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Bologna Estate racconta #7

Emily Clancy racconta i progetti del Piano della Notte per l’estate

Tra progetti consolidati e nuove sperimentazioni, il Piano Notte abbraccia il cartellone di Bologna Estate per rendere la zona universitariapiù sicura e attraente nei mesi estivi.

Un percorso partecipato e inclusivo che ha visto diversi momenti, da un'attività di ricerca per far emergere bisogni e priorità, fino agli Stati generali della notte: una serie di appuntamenti, laboratori e scambi di esperienze con altre città italiane e internazionali che ha portato alla sperimentazione di nuovi modi per vivere la notte in sicurezza, a partire dalla cultura. Dalla Montagnola aperta 24 ore su 24 all’utilizzo di nuovi spazi, da una programmazione per tutti e tutte distribuita lungo la notte e in diversi luoghi della città, non solo del centro storico, ma anche un rafforzamento del trasporto pubblico notturno e la presenza di street host in zona universitaria.

Per i giovanissimi è partito Zentrum, il nuovo progetto a cura di Kindergarten che ha trasformato il prato di Piazza Rossini in un nuovo luogo di incontro. In Piazza Aldrovandi il nuovo format: Si balla!, con lezioni a cura delle scuole di danza del territorio, poi tutti in pista.

Una grande novità riguarda anche il parco della Montagnola, dove i cancelli restano aperti h24 e continuano le rassegne Montagnola Republic, Frida nel Parco e Montagnola Aperta.

Abbiamo raggiunto Emily Marion Clancy, Vicesindaca di Bologna, per farci raccontare qualcosa di più.


In che modo il Piano della Notte si intreccia alla programmazione di Bologna Estate?

Il Piano della notte funziona se e quando c’è una intersettorialità, la sua forza è la regia coordinata di varie politiche e di vari assessorati: cultura, economia e commercio, sicurezza, mobilità, gestione dei rifiuti. La scommessa, quindi, è quella di lavorare insieme sulla notte. 

Abbiamo pensato che Bologna Estate e la ricchezza di progettualità culturali e sociali durante questi mesi fosse il contesto giusto per proseguire in alcune direzioni di lavoro e per attuare sperimentazioni che rispondono sia ad una richiesta dei residenti che ad una direzione politica emersa dagli Stati generali della notte, ossia una maggior distribuzione dei flussi antropici.

Sappiamo che in alcune parti del centro storico c’è una concentrazione di flussi su orari che non sempre consentono un buon equilibrio tra diritto alla socialità e al divertimento e diritto alla salute e al riposo. Abbiamo quindi pensato di ragionare maggiormente su una città h24 e sempre più policentrica, sperimentando alcune attività sociali e culturali con un arco di offerta più lungo distribuito durante la notte, considerando che la concentrazione dei flussi è data anche dal fatto che tanti luoghi chiudono allo stesso orario e le persone quindi si riversano in strada tutte insieme nello stesso momento.

Abbiamo cercato un equilibrio tra una nuova offerta culturale e i luoghi storici e più tradizionali di Bologna Estate, che ci è utile anche per testare queste teorie: siamo capaci di ridistribuire i flussi se investiamo su spazi diversi, offerte diverse, e anche su aree dove è possibile rimanere lungo le ventiquattro ore gratuitamente? 

Partiamo dalle sperimentazioni, come quelle in piazza Aldrovandi e piazza Rossini

In piazza Aldrovandi abbiamo Si Balla! , un nuovo format attraverso cui stiamo sperimentando un uso diverso della piazza. In queste prime settimane abbiamo visto un target misto e intergenerazionale di persone che provano diversi stili di danza con le scuole di ballo del territorio. 

Piazza Rossini è stata resa un luogo dell’estate con Zentrum , in collaborazione con il Kindergarten che ha creato una programmazione per giovanissimi dall’orario aperitivo e musica fino alle 23.30, poi si può rimanere fino all’una per poi continuare la serata nel loro club fuori dal centro storico, in via Calzoni. Questo ci permette di sperimentare una distribuzione differente e più equilibrata dei flussi.

Inoltre, la scelta di piazza Rossini per i giovanissimi è motivata dal fatto che non ha residenti intorno, non era utilizzata ed era stata oggetto di una buona sperimentazione con le giornate del Bologna Portici Festival.

Zentrum ha in programma anche una serie di talk dedicati al mondo dello spettacolo e degli eventi live con dj, ideatori di format di successo, manager e talent scout, fonici e direttori luci, a cura di Edoardo D’Elia e Giacomo Venezia, ideatori del podcast La merenda . Perché è così importante far conoscere il dietro le quinte di alcune professioni “della notte” e le competenze dietro un grande concerto? 

Dietro un concerto o un grande spettacolo c’è una grande concentrazione di competenze che spesso non sono conosciute e crediamo sia interessante farlo raccontare direttamente dagli stessi professionisti. Le professioni della notte vengono spesso viste come hobby, si tende ancora a distinguere il giorno, con le sue professionalità e le sue scadenze, e la notte, in cui le persone si improvvisano. Questo è da combattere. 

Pur essendo la notte il momento in cui la maggior parte di noi si rilassa e si ritrova insieme - e già questo è importante anche in termini di salute mentale, scambio e socialità - la notte è invece anche uno spazio in cui ci sono persone che stanno lavorando con una determinata professionalità. Anzi, più professionalità sono coinvolte più la notte diventa uno spazio davvero sicuro e accessibile per tutte e tutti. È importante fare cultura e formazione perché la notte è anche grande fonte di opportunità.

Altra sperimentazione, la Montagnola.

Si, con l’apertura dei cancelli 24 ore su 24. In tante città nel mondo si sta sperimentando la zonizzazione con un’offerta culturale, commerciale, di somministrazione e sociale aperta lungo le 24 ore. In Italia la legislazione è diversa, ma lavorare per vedere come risponde la città ad uno spazio aperto 24 ore, in particolare un parco, quindi uno spazio verde, accessibile, che ha già un’offerta importante di Bologna Estate come Frida nel Parco , Montagnola Republic e Montagnola aperta , può essere interessante. 

Come siete riusciti a mettere insieme le esigenze di tutti i portatori d’interesse della notte?

Gli Stati generali della notte sono stati un percorso molto interessante sia come studio di politiche portate avanti in altre città, sia di emersione di esigenze - dai questionari ai focus group - che di costruzione di una visione. Abbiamo voluto rendere permanente questo spazio di confronto, oltre a quello che porta avanti l’amministrazione con i comitati dei residenti, attraverso un avviso pubblico per una commissione consultiva della notte. Al suo interno ci sono due membri per ogni categoria di portatori d’interesse specifici sulla notte: autisti del trasporto pubblico, vigilanza privata, studenti e studentesse, comitati dei residenti, gestori di locali, ma anche lavoratori. 

La notte è caratterizzata da grande sperimentazione, tutto muta velocemente, anche solo l’utilizzo di una piazza rispetto ad un’altra può cambiare nel giro di pochi anni e bisogna essere pronti ad adattare la politica o a modificarla costantemente. Avere una camera di confronto e compensazione tra varie esigenze aiuta anche a testare le iniziative ed eventualmente adattarle. 

La notte è elemento centrale nell’identità della zona universitaria. Quali sono le specificità che vanno prese in gestione e come siete riusciti a trovare un equilibrio tra la creatività tipica della notte e il bisogno di sicurezza?

Stiamo lavorando per raggiungere un equilibrio. Non è credibile pensare di eliminare la vita notturna dalla zona universitaria, né sarebbe auspicabile in alcun modo. Fa parte dell’identità di Bologna e il suo fermento culturale e sociale è anche uno dei motivi per cui molte persone scelgono di vivere, lavorare o studiare a Bologna. Questa caratteristica da preservare si scontra talvolta con un’altra esigenza, quella del diritto al riposo e di un utilizzo equilibrato degli spazi comuni. La direzione quindi è quella di lavorare per sperimentare una modifica dei flussi, ampliando e distribuendo gli spazi e l’offerta.

Il questionario per conoscere la vita notturna in città, realizzato nell’ambito del Piano Notte, ha dimostrato come la notte sia un’opportunità, anche se non mancano criticità. Cosa ci dicono i dati?

Si pensa che la notte sia frequentata solo dai giovanissimi, ma in realtà non è più così. 

I dati ci restituiscono un dato molto interessante, ovvero che tutti i segmenti generazionali della nostra comunità escono la notte più di una volta alla settimana, la maggior parte dalle 2 alle 4. Quindi, investire sulla notte è una direzione giusta, tenendo conto che sono presenti esigenze diverse, tra cui anche quelle legate al lavoro notturno. Fino a qualche decennio fa il lavoro notturno era appartenente ad una minoranza mentre adesso è sempre più richiesto, ma spesso precario e meno tutelato, quindi è importante sviluppare sempre più servizi la notte, per tutte e tutti, non solo per l’attività sociale e culturale.

Un altro aspetto interessante, confermato dai dati, è legato alla richiesta di mobilità notturna.

Cosa è stato fatto in questa direzione?

Una delle prime misure del Piano della notte è stata quella di puntare sul trasporto pubblico notturno per potersi muovere in sicurezza. Le linee N sono linee attive tra il venerdì e il sabato e tra il sabato e la domenica. Il primo sabato di ogni mese sono anche gratuite, per far conoscere questa nuova modalità di spostamento, e in generale passano ogni mezz’ora e arrivano anche ai primi comuni contermini. Questa è una grande novità. Abbiamo investito inoltre sul bike sharing ampliando le zone di copertura anche grazie al lavoro degli Stati Generali, oltre a garantire un numero di corse gratis se si ha l’abbonamento al trasporto pubblico, per favorire l’intermodalità. 

La zona universitaria vede anche la presenza degli street host, una nuova figura che il Piano della Notte sta sperimentando come presidio notturno 

Gli street host sono operatrici e operatori della Carovana, Zero waste e Universo con un background di educativa di strada, di educazione ambientale e di mediazione culturale, che sono disponibili ad accompagnare a casa o alla fermata dell’autobus all’interno del grande quadrante che va da Rizzoli fino a Irnerio, lungo le maggiori direttrici della zona universitaria, e a sensibilizzare sulla riduzione dell’impatto ambientale della vita notturna. Un presidio sociale e culturale molto importante che si aggiunge ad altri presidi notturni. Dobbiamo puntare sulla notte anche come opportunità per costruire sicurezza, una sicurezza fatta dagli spazi vissuti e dal presidio sociale.

Come è nato Nottambula?

Nottambula è il progetto che tiene assieme le azioni del Piano della Notte rivolte alle frequentatrici e ai frequentatori dello spazio pubblico e della vita notturna. Da autunno ad oggi gli operatori e le operatrici hanno parlato con chi frequenta la zona universitaria e sappiamo che uno dei motivi per cui i flussi si concentrano in determinate piazze è che lì le ragazze e le soggettività Lgbtqia+ si sentono più sicuri/e, c’è sempre qualcuno da incontrare o con cui fare un pezzo di strada. È stata questa l’esigenza che ci ha spinto a costruire una sperimentazione partita con tre operatori e ora arrivata a 20. Il primo mese hanno fatto un pedibus fisso: a mezzanotte, all’1 e alle 2 da piazza Aldrovandi a via Irnerio, ma viste le tante richieste di tragitti particolari adesso rimangono sempre in zona anche il giovedì notte, oltre al venerdì al sabato. 

Come possiamo entrare in contatto con loro?

Hanno una t-shirt o una felpa con scritto Bologna di notte e Nottambula e li trovate in zona universitaria, oppure si può fare richiesta scrivendo sulla pagina Instagram.

Silvia Santachiara, per Bologna Estate