copertina di 8½
3 agosto 2024, 21:30
@ Piazza Maggiore, Bologna

(Italia/1963) di Federico Fellini (138')

Omaggio a Sandra Milo. Marcello 100

Restaurato da CSC – Cineteca

Scarica la cartolina
*****

Federico voleva Laurence Olivier, ma non ha rinunciato a Olivier perché gli aveva chiesto il copione, come è stato detto a suo tempo, bensì perché si è accorto che Olivier era un attore troppo grande per poterlo portare a quello che lui voleva, e anche troppo diverso da lui. Io gli somigliavo di più, cattolico, debole, antieroe. Per me 8½ è stato la chiarificazione di queste caratteristiche che c’erano nel mio privato ma che diventavano anche la cifra del mio personaggio. 8½ è un film che mi piace ancora moltissimo. Certo io ho avuto anche il privilegio di diventare amico di Federico […]. Grazie a questo, ho potuto trasferire sullo schermo piuttosto facilmente anche il Fellini autobiografico di 8½. Anzi con 8½ tutto andò ancora meglio. C’erano i suoi tic, le sue cose, le sue facce. Alzai persino il tono di voce, feci la voce un po’ di testa perché lui ce l’ha così mentre la mia è abbastanza grave, e questo gli dà anche un po’ fastidio. Insomma io con lui mi assoggettai al più elementare dei giochi che uno può fare con un amico con cui si trova bene, il gioco dei due che dicono: “Tu sei la guardia e io il ladro, avanti!”. Con il particolare, però, che era Federico a dirigere il gioco, come quando da ragazzino, nel mio quartiere, c’era sempre uno che fungeva da capobanda e noi tutti ci assoggettavamo con piacere al suo ruolo.

Marcello Mastroianni

Fellini aveva fatto provini in tutto il mondo ma non era riuscito a trovare un’attrice che gli piacesse per il ruolo di Carla. Me lo propose, io risposi che no, che avevo chiuso con il cinema. Ma lui insisteva, mi tempestava di telefonate. Una mattina avevo appena aperto un occhio quando la cameriera si precipitò in camera e mi disse che in salotto c’era il signor Fellini con la troupe! Così mi truccarono e Federico mi chiese se avevo una chitarra. Io risposi di no, che avevo un gatto. “Vada per il gatto”. Allora presi questo gatto, che poi era di pelouche, e feci il provino. […]
Per il personaggio di quella donna tutta miele e burro, dovetti ingrassare di cinque o sei chili. Me lo ordinò Fellini, e poco ci mancò che non mi prescrivessero una dieta in questo senso. Così, qualche settimana prima di iniziare il film, ci diedi dentro. Arrivo sul set il primo giorno già ben supernutrita e trovo che dovevamo cominciare con la scena mia e di Marcello al ristorante della pensione. Fellini fa subito: “Sandrina, allora tu mangi, bevi, parli, mangi, bevi”. Rifacemmo la scena sedici volte, e io per sette o otto vomitai, tanto mi ero dovuta rimpinzare. Alla sedicesima coscia di pollo non ce la facevo più e smettemmo. Il giorno dopo, in proiezione, Fellini vede il materiale e fa: “Allora la rifacciamo!”. Mi venne quasi un colpo. Per fortuna con due ciak ce la cavammo.

Sandra Milo
*****
Presentando questa cartolina, ingresso ridotto alle mostre Bologna fotografata e Bar Luna