3 agosto 2019, 21:30
@ Arena Puccini

Santiago, Italia | Incontro con Nanni Moretti

(Italia/2018) di Nanni Moretti (80') | Accadde domani

Incontro con Nanni Moretti

A tre anni di distanza da Mia madre, Nanni Moretti torna in sala con un documentario che ricostruisce le drammatiche vicende successive all'11 settembre 1973 in Cile, quando il colpo di stato del generale Pinochet pose fine al governo di Salvador Allende. Il film descrive il ruolo rivestito dall'ambasciata italiana a Santiago, che diede rifugio a entinaia di oppositori al regime permettendo loro di raggiungere l'Italia e di salvarsi. Attraverso materiali di repertorio e interviste ai protagonisti di allora, Moretti racconta il passato con un occhio al nostro presente.

Premio come miglior documentario ai David di Donatello 2019

"Due sole inquadrature. Sono quelle che Nanni Moretti concede a se stesso nel formidabile Santiago, Italia. Nella prima, in apertura, è di spalle sopra la città circondata dalle Ande. È un gesto di iscrizione. Come dire: questa città, queste storie, mi appartengono, anzi ci appartengono e riguardano tutti noi. Anche qui, anche oggi. Forse soprattutto oggi. La seconda volta appare per dire a un militare che si protesta innocente: «Io non sono imparziale». Il resto è occupato dai ricordi dei cileni che nel 1973 trovarono scampo dal golpe nella nostra ambasciata in Cile, e dei funzionari che li aiutarono, talvolta anche a venire in Italia. Sono storie bellissime, spesso incredibili, cariche di dignità e di paradossale nostalgia, ma non prive di risvolti buffi o assurdi, anche quando sono storie di tortura. C'è Allende naturalmente, anche con Neruda. C'è il suo ultimo discorso prima di morire alla Moneda, Pinochet appare pochi secondi in immagini televisive molto disturbate. Quasi tutto è affidato alla viva voce di testimoni, uomini e donne di ogni tipo. Sono loro, dal loro punto di vista unico e irripetibile, a ricostruire tutto. Il clima politico, l'assedio economico, l'ostilità dei media in mano alle destre, il ruolo degli Usa, le responsabilità collettive e individuali. Più d'uno si commuove, mai quando te lo aspetteresti.. E sono sempre loro, alla fine, a evocare un'Italia lontana anni luce da quella cui sembriamo rassegnati. Sicché questo viaggio iniziato così lontano, nel tempo e nello spazio, ci riporta al qui e ora. Con la forza dell'epos collettivo celato in tutti quei volti. E l'urgenza che trasmette ogni tanto la nostra immagine allo specchio."

Fabio Ferzetti, "l'Espresso"

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