3 settembre 2019, 21:30
@ Arena Puccini

Moschettieri del Re - La penultima missione

(Italia/2018) di Giovanni Veronesi (109')

D'Artagnan, Porthos, Aramis e Athos vivranno una nuova, coraggiosa, divertente e un po' pazza avventura per salvare il Re Luigi XIV.

"Ci si lamenta, a ragione, che gli italiani, cinematograficamente parlando, scarseggino, quanto a idee, da restare piacevolmente stupiti davanti a un film come Moschettieri del Re. Onore, quindi, a Giovanni Veronesi (probabilmente, al suo miglior film) per aver provato una strada diversa (...). Un'idea intrigante quella di raccontare i Moschettieri di Dumas, carichi di acciacchi e disillusi, sui 55-60 anni, in zona «Quota 100». Lo voleva già fare negli anni '80, con Nuti, Benigni, Troisi e Verdone (che gran film sarebbe stato), ma ha realizzato il progetto solo ora, affidando il ruolo dei protagonisti a Pierfrancesco Favino (D'Artagnan), Valerio Mastandrea (Porthos), Rocco Papaleo (Athos) e Sergio Rubini (Aramis). Scelta azzeccata, perché questa sorta di supereroi del passato funzionano alla grande, senza mai rubarsi la scena. All'inizio della pellicola, la Regina (Margherita Buy) per fermare le congiure del Cardinal Mazzarino (Alessandro Haber) e di Milady (Giulia Bevilacqua) chiede aiuto a D'Artagnan, ormai allevatore di bestiame, personaggio che Favino rende divertente con quella strana parlata tra sfondoni grammaticali e francesismi. Il Moschettiere, con qualche problema di cavalli (gli scappano sempre via), riunisce il lussurioso Athos, l'«abate» spiantato Aramis e l'ubriacone Porthos. Devono salvare gli Ugonotti e salvaguardare la vita del giovanissimo erede al trono Luigi. Con un finale, inaspettato e perfetto, che riporta il film alla sua dimensione fantasiosa. Nota a parte meritano il caratterista Lele Vannoli, nei panni di un perfetto servo muto e la simpatica Matilde Gioli (sempre più brava), ancella peccaminosa della regina, che ruba spesso la scena con la sua simpatia. Un film che, nella sua autoironia, tratta temi importanti come, ad esempio, la guerra di religione, ancora attuale. Una pellicola che va presa per quella che è, con i suoi calembour verbali e la parvenza di fumetto. Magnificata dai paesaggi della Basilicata. Insomma, una Armata Brancaleone ben recitata e diretta."

Maurizio Acerbi, "Il Giornale"

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